Recensione "Di madre in figlia" 📖: Il saggio di Concita De Gregorio
Un viaggio intimo e profondo nel rapporto tra madri e figlie, un libro che tocca le corde del cuore.
Un viaggio intimo e profondo nel rapporto tra madri e figlie, un libro che tocca le corde del cuore.
Esistono libri che, prima ancora di essere aperti, si sentono già un po' nostri. "Di madre in figlia" di Concita De Gregorio è uno di questi. È un saggio che non si limita a un'analisi teorica, ma si addentra in un territorio intimo e universale: il legame, a volte difficile, a volte indissolubile, che unisce le generazioni femminili. Attraverso la voce dell'autrice, veniamo invitati in un viaggio tra ricordi, testimonianze e riflessioni profonde su cosa significhi essere figlia, madre e, in fondo, semplicemente donna in relazione a chi è venuta prima di noi.
"Ciò che ti isola ti salva, è la vita che ti mette in pericolo...". Con questa frase ha inizio la storia di Marilù, una donna che abita in cima a un’isola. Marilù porta con sé il fatto di essere stata molto libera negli anni più liberi del secolo scorso, gli psichedelici Settanta. Fin troppo, pensa sua figlia Angela, che sente di averne ricevuto soltanto trascuratezza.
Ora Angela si trova costretta a malincuore ad affidarle per tre mesi la figlia Adelaide – che si fa chiamare Adè –, adolescente tanto attiva in Rete quanto insicura nel mondo e nel proprio corpo. In questa lunga estate nonna e nipote si ritrovano insieme dopo dieci anni, si conoscono e si riconoscono, mentre la madre irrompe con telefonate ansiose sul fisso di casa perché, come primo gesto, Marilù ha requisito il cellulare alla ragazza. Per Adè la vacanza non potrebbe cominciare peggio, invece a poco a poco diventa un’avventura.
C’è un segreto di cui la nonna non vuole parlare, qualcosa che riguarda la sua storia familiare, la linea femminile che la precede – sua madre, farmacista in un paesino del Sud, e la madre di sua madre, una guaritrice che è finita a vivere in un convento. Un’antica colpa in questa storia senza colpevoli.
Sul delicato confine fra amare, proteggere e lasciare andare, fra prendersi cura e avvelenare, le tre, di madre in figlia, provano a capirsi. Ciascuna ha agito con le migliori intenzioni, anche se a volte il rancore, il dolore, l’amore accecano.
Concita De Gregorio intreccia tre generazioni, tre epoche della storia e tre stagioni della vita nelle voci di Marilù, Angela e Adè: subito così vere, così vulnerabili e vive da risuonare immediatamente intime.
Un farmaco è veleno o salvezza. Ogni cura lo è. Anche l’amore: può soffocare, condannare o liberare. La giusta misura. Il calibro. Le dosi. Quanto di quanto somministrare. Quando. È tutto qui.
Hai già letto "Di madre in figlia" di Concita De Gregorio o questa recensione ti ha incuriosito?