Leggende e Curiosità
--> QUALCOSA...di toponomastico
L' origine del nome: tra "taglio nella roccia" e antichi guerrieri.
La teoria più accreditata sull'origine del nome "Tagliacozzo" lo fa derivare dai termini latini "Talus" (taglio, spaccatura, incisione) e "Cotium" (roccia, altura rocciosa, costa scoscesa). Questa interpretazione si basa sulla conformazione geografica del luogo in cui sorge Tagliacozzo. La città è situata ai piedi del Monte Civita e del Monte La Difesa, in una zona caratterizzata da una sorta di "taglio" o spaccatura tra queste due montagne. Questa fessura naturale rappresenta proprio la via d'accesso principale all'area dove poi si sviluppò l'abitato.
Quindi Tagliacozzo significherebbe letteralmente qualcosa come taglio nella roccia o spaccatura tra le alture rocciose, descrivendo in modo efficace la sua posizione geografica.
La derivazione dai termini latini Talus e Cotium rimane la spiegazione più solida e supportata dagli studi toponomastici, tuttavia, una leggenda meno nota, riportata da Giuseppe Gattinara nella sua "Storia di Tagliacozzo dall'origine ai giorni nostri", suggerisce un'origine più romantica. Si narra di due antichi guerrieri, capi di regioni confinanti, che si incontrarono proprio in questo luogo per definire i confini, segnando un "taglio" simbolico nel territorio. I due punti rocciosi del Monte Civita avrebbero rappresentato questi due capi.
Riferimenti:
Gattinara, G. (1894). Storia di Tagliacozzo dall'origine ai giorni nostri con brevi cenni sulla regione marsicana. Città di Castello. (Ristampato nel 1999 da Libreria Vincenzo Grossi, Tagliacozzo).
--> QUALCOSA...di orgogliosamente locale.
Alla vista sembra di camminare in una zona apparentemente inesplorata.
Il paese vecchio appare come sospeso, arroccato, incantevole e sinistro, quasi ad arrampicarsi intorno alla montagna rocciosa attraverso un intreccio di stradine che si limitano a fare spazio solo ai palazzi e conventi, finché, quasi senza fiato, si ferma in cima al Calvario, alle cui spalle sorgono i resti del castello che un tempo dominava tutte le valli e le colline della Marsica.
Rara da trovare una cittadina in grado di gareggiare per il carattere assolutamente pittoresco, per l’eroica resistenza che oppone a tutti i limiti imposti dalle esigenze moderne, per la sorpresa che suscitano le sue abitazioni e il carattere forte e accogliente di chi lo abita.
In ogni luogo c’è un punto che rappresenta l’orgoglio degli abitanti in cui sono lieti di condurre il turista: dal sedere in una grotta a guardare tra gli spruzzi l’acqua che cade e che scorre con impeto sui ciottoli e fa girare i piccoli mulini che si trovano sulla strada e che portano al paese sottostante.
Da Piazza Obelisco, considerata tra le piazze più belle d'Italia, al borgo antico.
Dai Palazzi storici, agli archi e le finestre rinascimentali, in un miscuglio perfetto dell’architettura suggestiva del posto. E poi la maestosità della fontana, presente nella piazza Obelisco, che accoglie lo sguardo del visitatore, eretta nel 1824 sul luogo dove un tempo si trovava la gogna pubblica per i debitori insolventi.
Un'autentica scenografia di rara bellezza, che conduce al Teatro Talìa, ricavato da un antico monastero benedettino, che con la sua lunga storia come luogo di spettacolo, fin dal 1686, dopo un importante restauro alla fine dell'Ottocento, fu dedicato alla musa Talia; per poi giungere al palazzo Mastroddi e al Palazzo Ducale, capolavoro dell'arte al cui interno sono conservati dipinti e sale ornamentali raffinate, nascoste dalle finestre istoriate, tanto da stregare il viandante.
--> QUALCOSA...di Orientale storico-religioso
La leggenda della Madonna dell'Oriente e la sua miracolosa "scelta".
Il Santuario di Maria Santissima dell'Oriente custodisce un'icona ritenuta miracolosa. La leggenda narra che, durante il periodo iconoclasta di Leone III Isaurico (VIII secolo), due soldati bizantini originari di Tagliacozzo salvarono l'icona dal rogo a Costantinopoli.
Durante il viaggio di ritorno, giunti nei pressi di Tagliacozzo, decisero di riposare appoggiando l'icona a un albero. Al loro risveglio, l'icona emanava una luce intensa, attirando alcuni pastori. Ogni tentativo di trasportare l'icona in città falliva: essa tornava sempre al punto in cui era stata appoggiata. Questo fu interpretato come un segno della volontà della Madonna di essere venerata in quel luogo, dove poi sorse il santuario.
È interessante notare che l'icona attualmente venerata risale probabilmente al XIII secolo, suggerendo che potrebbe essere una copia di un originale più antico legato alla leggenda.
Sempre qui è possibile visitare il Museo Orientale: Ospitato nel convento del Santuario della Madonna dell'Oriente, questo museo raccoglie una notevole collezione di antichità egiziane, etiopiche e orientali, oltre a ex voto, monete e libri rari, frutto della passione di due padri francescani.
Riferimenti:
--> QUALCOSA...di bellico-letterario
La Battaglia di Tagliacozzo: ne parlò Dante e più che una battaglia...una "beffa".
La battaglia del 23 agosto 1268 tra Corradino di Svevia e Carlo d'Angiò svoltasi nei piani Palentini (vicino a Tagliacozzo) è un evento storico cruciale per Tagliacozzo. La sconfitta di Corradino segnò la fine del dominio svevo in Italia e fu persino immortalata da Dante Alighieri nella Divina Commedia, nel Canto XXVIII dell'Inferno, versi 17-18:
«e là da Tagliacozzo
dove sanz'arme vinse il vecchio Alardo.»
In questi versi, già Dante fece riferimento alla strategia di Alardo di Valéry, il comandante delle truppe di Carlo d'Angiò, che portò alla vittoria guelfa pur senza un apparente scontro diretto in un primo momento. Si narra infatti che Carlo d'Angiò, inizialmente in svantaggio, vinse grazie a un consiglio astuto di Alardo di Valéry. Quest'ultimo suggerì di nascondere una schiera di cavalieri di riserva e di farli intervenire nel momento cruciale, fingendo una ritirata. Corradino, credendo di aver vinto, si lanciò all'inseguimento, cadendo nella trappola. Questa "beffa" strategica viene spesso ricordata come un elemento distintivo della battaglia.
È altresì interessante notare come Dante prenda come punto di riferimento Tagliacozzo, all'epoca un centro più importante nella regione rispetto ai Piani Palentini stessi, dove effettivamente si svolse la battaglia.
Riferimenti:
Canaccini, F. (2018). 1268. La battaglia di Tagliacozzo. Laterza.
Manara, L. (2022). "La battaglia di Tagliacozzo: tra schiaffi e ferro affilato" su Leggende Affilate: https://www.lorenzomanara.it/la-battaglia-di-tagliacozzo-tra-schiaffi-e-ferro-affilato/
--> QUALCOSA...di Ventoso storico-climatico.
Il clima da queste parti è particolare. Il meteo stesso è qualcosa di eccezionale.
Per esempio, in tarda sera, è possibile avvertire un venticello freddo, pungente e persistente, che in zone limitrofe è quasi impossibile tra trovare... cos'è?
È l’Uscetta, il caratteristico flusso d’aria fredda che anche nelle sere d'estate, attraversando la fenditura di roccia che da il nome al paese (Tagliacozzo), giunge nella piazza a ricordare che ci si trova comunque a 750 metri sul mare e a riportare alla mente i paesaggi rupestri, battuti dal vento, tipici di queste zone.
Non a caso, all’angolo della stessa piazza, su di un muro annoso, spicca una incisione che ricorda come Il 28 maggio 1723 fioccò (nevicò) a Tagliacozzo”.
--> QUALCOSA...di marSiano-naturalistico
Marsia è località turistica montana, estiva e invernale. È situata alle pendici del monte Midia a 1.422 m s.l.m. Il suo territorio è circondato dalla vasta faggeta dei monti Simbruini ed è proprio qui che è prevista l'arrivo della Tappa Castel di Sangro-Tagliacozzo.
Di clima continentale si caratterizza per le sue notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte: d'inverno si possono avere temperature al di sotto dei -20 °C nelle giornate serene!
Un tempo era "la Cortina d'Abruzzo" collocata a un'altitudine che varia tra i circa 1.450 e i 1.740 m s.l.m. sul versante orientale del monte Midia., con la sua stazione sciistica sviluppata a cominciare dagli anni sessanta e le diverse piste e strutture recettive; a partire dagli anni '80 ha iniziato a vivere il suo declino fino a giungere a uno stato di abbandono totale, fino a qualche mese fa, dove con l'arrivo della Tappa, forse sta tornando a nuova vita.
Prima della dismissione definitiva dei vecchi impianti sciistici, Marsia risultava essere una delle stazioni invernali più facilmente raggiungibili da Roma (le case, un tempo seconde case dei romani amanti dello sci, si sono così tanto svalutate da arrivare a chiedere per un appartamento anche solo 10k euro)